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Da Amsterdam a Parigi: esempi di smart city

L'evoluzione dei territori passa dallo sviluppo del digitale

January 18, 2024
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L'evoluzione dei territori passa dallo sviluppo del digitale

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smart city

Le smart city stanno imponendo a livello globale un nuovo modello di città del futuro, legato in modo imprescindibile al digitale. Proprio il digitale, infatti, è l’elemento chiave per facilitare e migliorare, in un’ottica di sostenibilità e ottimizzazione di consumi e spese, la qualità della vita delle persone, restituendo alle Pubbliche Amministrazioni informazioni utili per la gestione e la presa di decisioni.
Ecco sette casi virtuosi, già attivi in Europa, che grazie a un approccio eco-sostenibile ai servizi pubblici o agli ambiti sociali hanno favorito lo sviluppo di città “intelligenti”, e che insieme permettono di immaginare come sarà la smart city di domani, tutto questo, valorizzando la partnership tra pubblico-privato, la sostenibilità come priorità progettuale, la visione a lungo termine e l’utilizzo dei dati raccolti grazie all’AI e “oggetti connessi”. Spesso alla base c’è il credo “citizens-come-first”.

smart city

Come riporta lo Smart City Market Report 2020-2025, le soluzioni urbane “digitali” si stanno facendo largo tra il paesaggio urbano, delineando l’infrastruttura della smart city, anche attraverso “piccole-grandi soluzioni” che possono trasformare il quotidiano. Praga o Manchester, ad esempio, utilizzano tecnologie all’avanguardia per la gestione della vita in città, come nel caso della raccolta dei rifiuti: grazie a bidoni per l’immondizia “superiori” che comunicano autonomamente ai centri di smaltimento quando sono pieni.

Ma ancora: l’illuminazione stradale dimezzabile è diventata realtà a Edimburgo e non solo, mentre i cittadini di centri come Amburgo riescono a ricaricare i loro veicoli elettrici quando sono fermi ai parcheggi, dove sono già disponibili le infrastrutture di ricarica. Vediamo quali altre città europee stanno facendo la differenza in questo senso.

Londra e l’approccio olistico del programma Smarter London Together

Londra occupa sempre uno dei primi posti nelle classifiche globali dedicate alle smart city: la capitale del Regno Unito sta infatti seguendo una roadmap chiamata Smarter London Together, lanciata dal sindaco Sadiq Khan, che punta alla trasformazione digitale della città perseguendo alcuni macro-obiettivi, come il miglioramento della cybersecurity e delle competenze digitali in generale, o la gestione ottimizzata dei big data della città.
Il piano prevede più servizi a misura di cittadino, strade intelligenti e una connettività ancor più diffusa, così come una maggiore collaborazione tra le realtà attive in questo ecosistema in crescita, a cui da qualche anno fa capo pure il London Office for Data Analytics, che anche grazie alla figura del Chief Digital Officer favorirà la digitalizzazione della città. L’esperienza della pandemia ha aiutato altresì la mobilità elettrica e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in urbanistica, mentre sul fronte della collaborazione pubblico-privato qui siamo a livelli di eccellenza, così come sull’utilizzo delle nuove tecnologie, non a caso Londra resta la patria di molte start-up innovative.

londra

Helsinki e lo sviluppo digitale a medio e lungo termine

La capitale finlandese ha puntato sullo sviluppo digitale per la propria idea di città “intelligente”, creando un ecosistema che condivide e collabora in prima persona a questo progetto, i cui ingredienti principali sono la raccolta e l’analisi dei dati e l’adozione di soluzioni urbane hi-tech. Tutti i progressi di questa iniziativa sono poi disponibili a chiunque e, soprattutto, si trovano a portata di click, grazie all’apposita piattaforma Digital Helsinki. È proprio questo approccio così votato all’innovazione tecnologica che ha permesso al centro finlandese di salire sul podio delle città più “intelligenti” del mondo, secondo lo Smart City Index, che stila questa ambita classifica tenendo conto di dati economici e tecnologici, uniti alle percezioni dei cittadini sulla qualità della vita e dei servizi offerti.

Copenaghen e il credo “citizens come first”

Copenaghen

La capitale danese si è data un obiettivo particolarmente ambizioso: essere un centro con bilancio neutro di CO2 per il 2025. Tre i punti su cui poggia questa ambizione: ridurre il consumo di energia, aumentare quella prodotta da fonti rinnovabili, implementare la mobilità sostenibile. Inoltre, in quella che nel 2014 è stata l’European Green Capital, gli operatori che sviluppano servizi digitali dedicati alle smart city possono inviare una richiesta all’ufficio Street Lab della città per testare la loro soluzione e contribuire agli obiettivi in essere. Il comune di Copenaghen offre poi disponibilità e assistenza per installare e connettere all’infrastruttura esistente i potenziali servizi proposti, garantendo al contempo la raccolta di feedback da parte degli stessi cittadini (così come dei professionisti del settore), attraverso funzionali piattaforme partecipative.

Vienna e il Citizen Solar Power Plant tra pubblico e privato

Il Citizen Solar Power Plant di Vienna è un programma che permette ai cittadini di acquistare un proprio pannello solare, che poi viene affittato dalla Wien Energie, la compagnia elettrica cittadina, e infine riacquistato dalla stessa. Questa iniziativa, che fa sua l’integrazione tra dimensione pubblica e privata, permette ai residenti di abbattere le spese sui consumi e al tempo stesso strizza l’occhio all’ambiente, grazie a un approccio intelligente alla sostenibilità ambientale e imprenditoriale.

Parigi e la teoria del quarto d’ora

Uno dei modelli più interessanti per rispondere alle esigenze dei nuovi contesti urbani è quello che la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, ha definito “ville du quart d’heure”. Secondo questo schema è più efficiente e sostenibile localizzare tutti i servizi necessari al cittadino nei singoli quartieri, rendendoli così autosufficienti e minimizzando gli spostamenti, dal momento che si può trovare tutto il necessario nell’arco di un “quarto d’ora a piedi”. La capitale francese sta andando in questa direzione, in cui per certi versi i servizi, le opportunità e la dinamicità tipici della metropoli incontrano quella “comodità” finora riscontrata (quasi) solo in provincia.

parigi

Amsterdam e la circolarità perfetta

Amsterdam, che insieme a Copenaghen è uno dei centri con più piste ciclabili al mondo, ambisce a raggiungere un’economia interna completamente circolare entro il 2050, diminuendo l’uso di nuove materie prime, adottando una politica contro gli sprechi e riducendo le emissioni di anidride carbonica in città. In questa strategia più ampia rientra anche il raggiungimento di una mobilità a emissioni zero entro il 2030, grazie alla promozione del car sharing e delle auto elettriche. Nella capitale olandese i servizi che consentono l’uso condiviso di mezzi leggeri e non inquinanti sono infatti sempre di più, così come i parcheggi dotati di postazioni di ricarica dei veicoli elettrici.

Gli open data al servizio della pianificazione territoriale: l’esperienza di Barcellona

Il centro spagnolo analizza dati che arrivano da edifici, strade e grandi infrastrutture, per consentire la pianificazione ottimale delle risorse e dei progetti urbani. Grazie al progetto “District of Innovation” Barcellona sfrutta le tecnologie digitali per perseguire un modello di città più sostenibile e smart: grazie a centinaia di chilometri di fibre ottiche, il Comune utilizza sensori per tenere monitorato l’inquinamento acustico e dell’aria, il traffico e la mobilità.

barcellona

Successivamente i dati vengono raccolti, analizzati e gestiti nell’ambito di una pianificazione urbana che favorisca il cambio di passo a favore della smart city, trasformando i dati in un patrimonio per amministrazioni e cittadini.

È quello che fa anche Edison Next, con i propri servizi digitali per città e territori gestendo in sicurezza i dati e mettendo a disposizione una piattaforma di controllo e analisi centralizzata per la loro raccolta, aggregazione, gestione e analisi, con l’obiettivo di fornire alle amministrazioni uno strumento efficace per l’osservazione della città e la presa di decisioni, in ottica di pianificazione e di dialogo con cittadinanza e city users. Questo approccio permette di sviluppare “Digital Twins” di quartieri e città e simulando gli esiti di possibili scenari mirati a valorizzare il contesto, minimizzare sprechi, consumi ed emissioni, oltre a promuovere la sostenibilità nelle sue declinazioni sociale, ambientale ed economica. Il modello digitale, sviluppato in BIM, e interrogato da differenti software prestazionali, consente di studiare il progetto nello spazio, nel tempo e per specifiche prestazioni, analisi finanziarie, proiezione costi e Operation & Maintenance.

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