Delle potenzialità dell’idrogeno per la decarbonizzazione e la transizione energetica si parla ormai da tanti anni. L'idrogeno è poco più di un gas tecnico, ovvero un fattore produttivo (feedstock) utilizzato come input in alcuni processi industriali, principalmente nei settori della chimica, della raffinazione del petrolio e della produzione di fertilizzanti. Non solo: non essendo liberamente disponibile in natura, l’idrogeno viene oggi prodotto quasi esclusivamente a partire dalle risorse fossili, con relativi impatti ambientali. L’idrogeno può però essere ottenuto anche tramite l’elettrolisi derivante da fonti rinnovabili come fotovoltaico: si tratta del cosiddetto idrogeno verde (o elettrolitico), che è ormai diventato una delle fonti chiave in materia di decarbonizzazione dell’economia nazionale e continentale.
Idrogeno verde: la strategia nazionale
Su impulso delle normative europee anche l’Italia si è dotata di una sua Strategia nazionale sull’idrogeno, che si inserisce nel solco dei progetti già avviati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che dovranno essere operativi entro il 2026. Non a caso nel breve termine la Strategia nazionale dell’idrogeno punta a implementare misure per facilitare la messa a terra di tali progetti, lavorando su appositi schemi incentivanti per abbattere il costo dell’idrogeno, rendendo così possibile la nascita di ecosistemi locali di produzione e consumo (c.d. Hydrogen Valleys) nonché delle necessarie infrastrutture per il trasporto e la logistica. Più a medio termine (2030-2040), la scommessa del governo è quella di far partire un vero mercato dell’idrogeno, anche attraverso lo sviluppo di soluzioni di grande taglia in grado di abbattere i costi di esercizio. Nel lungo termine (2040-2050) l’idrogeno potrà raggiungere circa il 18% dei consumi finali dell’industria HTA e del 30% dei consumi finali nel settore dei trasporti.
Idrogeno verde: la strategia europea

La strategia nazionale sull’idrogeno, come accennavamo in precedenza, è strettamente connessa a quella europea: l’UE vede infatti nell'idrogeno un elemento chiave per decarbonizzare i settori ad alta intensità energetica e i trasporti.
Con questi target, nel luglio 2020 è stata adottata la Strategia Europea dell’idrogeno (COM/2020/301), un vero e proprio piano strutturato su cinque ambiti e 20 azioni chiave che copre investimenti, produzione, domanda, infrastrutture, regimi di sostegno, ricerca e cooperazione internazionale. Più recentemente una notevole spinta sul fronte regolatorio è arrivata dalla terza direttiva sulle rinnovabili RED III (2023/2413), che ha confermato la centralità dell’idrogeno come leva per consentire la transizione energetica verso l’obiettivo della neutralità climatica. In particolare, la RED III ha stabilito che il 42% dell'idrogeno utilizzato nell'industria europea dovrà provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica entro il 2030; tale percentuale dovrà salire al 60% entro il 2035. L’UE si è poi posta come target da rispettare entro il 2030 la produzione di 10 milioni di kton/y di idrogeno rinnovabile e l’importazione di ulteriori 10 milioni di kton/y.
Creazione di una filiera competitiva dell'idrogeno in Italia e in Europa
Se gli obiettivi di fondo sull’idrogeno verde sono chiari, meno scontato è ovviamente il loro raggiungimento. Che passa, ovviamente, anche dalla nascita di una filiera industriale competitiva e capace di mettere a terra i tanti progetti oggi sulla carta. Una sfida che è tutt’altro che semplice: una recente analisi di The European House-Ambrosetti (THEA) ha messo in evidenza che, nonostante gli oltre 2,5 miliardi di euro stanziati dal PNRR italiano per l’idrogeno, una quota significativa delle risorse non è stata assegnata. Insomma, nei prossimi anni sarà fondamentale trovare gli strumenti e i necessari incentivi alla domanda e agli opex.
Integrazione dell'idrogeno verde nel sistema energetico europeo
Un altro passaggio chiave è quello dell’integrazione di una fonte sostanzialmente nuova come l’idrogeno nel consolidato sistema energetico europeo. In questo senso, secondo l’iniziativa European Hydrogen Backbone (EHB), lo sviluppo di una rete europea dell’idrogeno dovrà necessariamente passare per il riutilizzo degli asset gas esistenti e la vicinanza a siti di stoccaggio dell’energia, nonché ai siti di produzione e consumo. Più in generale, i progetti dovrebbero beneficiare di procedure semplificate per ottenere le necessarie autorizzazioni, comprese quelle ambientali, al fine di accelerarne sviluppo e implementazione.
Il Clean Industrial Deal a supporto della decarbonizzazione UE
Un forte impulso all’idrogeno è arrivato dal Clean Industrial Deal (CID) adottato dalla Commissione Europea nel febbraio 2025, che si è posto l’obiettivo di rendere l’industria europea più competitiva proprio attraverso la decarbonizzazione. Il Clean Industrial Deal riserva, infatti una particolare attenzione all’idrogeno verde e a basse emissioni di carbonio, ritenendo che questa fonte possa giocare un ruolo centrale nella decarbonizzazione del sistema energetico dell'UE, soprattutto nei settori industriali cosiddetti Hard to Abate (cemento, acciaio, trasporti pesanti, ecc), dove il passaggio all'elettrificazione non è ritenuto ancora un'opzione pienamente praticabile.
L'idrogeno verde come chiave per la decarbonizzazione
L’idrogeno verde è insomma una soluzione ecologica chiave per la decarbonizzazione, poiché la sua produzione non genera emissioni dirette di gas serra. Utilizzato come combustibile, l’idrogeno verde rilascia soltanto acqua, risultando ideale per settori difficili da elettrificare come i trasporti pesanti e l’industria chimica. L’idrogeno verde può anche essere trasportato e immagazzinato su lunghe distanze, a tutto vantaggio di quei settori produttivi che hanno a che fare con fluttuazioni nella domanda di energia.
L'energia dell'idrogeno verde al servizio del Clean Industrial Deal
Nel 2022, l'idrogeno rappresentava meno del 2% del consumo energetico europeo ed era utilizzato principalmente per produrre prodotti chimici, come materie plastiche e fertilizzanti. Il 96% di questo idrogeno è stato prodotto con gas naturale, con conseguenti notevoli emissioni di CO2. Il Clean Industrial Deal, al contrario, introduce un evidente trattamento preferenziale dell’idrogeno verde rispetto a quelli ottenuti con metodi a maggiore impatto ambientale. Ad esempio, gli aiuti di Stato sosterranno solo l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili, in linea con la RED II (direttiva UE 2018/2001), oppure idrogeno definibile come low-carbon ai sensi della direttiva 2024/1788. Non solo: le grandi aziende che decideranno di utilizzare idrogeno per alimentare i loro processi produttivi, potranno beneficiare di sussidi pubblici pari al 50% dei costi ammissibili. Tale agevolazione sale addirittura fino al 60% per le piccole imprese (fino a 50 dipendenti e 10 milioni di fatturato).
Sfide e opportunità per l'idrogeno verde nel trasporto pesante

In termini di trasporto pesante su strada, l'idrogeno è considerato una soluzione valida, perché presenta alcuni benefici che si riscontrano nei carburanti tradizionali. In particolare, un punto di forza dell’idrogeno è rappresentato dall’autonomia, che consente di coprire il periodo massimo di guida di quattro ore e mezzo, trascorso il quale i conducenti di mezzi pesanti sono costretti a pause di almeno 45 minuti, durante le quali sarebbe possibile effettuare l’opportuna ricarica. Nel PNRR sono poi stati stanziati fondi per costruire almeno 40 stazioni di rifornimento entro il 2026.
Con l’idrogeno verde verso gli obiettivi climatici del 2050
Come abbiamo visto sinora l'idrogeno rappresenta una componente chiave della strategia dell'UE per la transizione energetica. Questi obiettivi sono ancora più importanti in ottica 2050, ovvero l’anno in cui la UE dovrebbe raggiungere la neutralità climatica. Per quella data, l'idrogeno verde dovrà coprire circa il 10% del fabbisogno energetico europeo, decarbonizzando i processi industriali ad alta intensità energetica e il settore dei trasporti.
I servizi di Edison NEXT
Le sfide tecnologiche legate all’idrogeno sono significative, e il quadro normativo e regolatorio – inclusi gli strumenti di incentivazione – si presenta ancora estremamente complesso, oltre ad essere in costante evoluzione. Ecco perché le industrie appartenenti ai settori hard to abate, così come gli operatori del comparto dei trasporti interessati a intraprendere un percorso di transizione energetica, necessitano di un partner energetico affidabile e competente, capace di supportarli in ogni fase del processo: dalla valutazione della situazione di partenza e degli obiettivi di decarbonizzazione raggiungibili, sino alla definizione di una roadmap di soluzioni da implementare progressivamente, oltre alla realizzazione concreta degli interventi e al monitoraggio dei risultati, utile anche per individuare nuove opportunità di ottimizzazione.
In questo contesto, Edison NEXT si propone come un interlocutore di riferimento, grazie a una piattaforma integrata che combina servizi, know-how e tecnologie, capace di valorizzare l’idrogeno verde come un vettore energetico strategico per la decarbonizzazione. Già oggi Edison NEXT è impegnata nello sviluppo di progetti integrati lungo tutta la catena del valore per la produzione e l’uso di idrogeno verde da utilizzare sia nel settore industriale sia nei trasporti pesanti.
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