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Ridurre i consumi energetici dei luoghi della cultura

Ecco come ridurre i consumi energetici del patrimonio artistico

19 aprile 2024
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19 aprile 2024
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Ecco come ridurre i consumi energetici del patrimonio artistico

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I musei, gallerie e siti culturali sono tra i settori pubblici a maggior impatto ambientale, principalmente per due ragioni: di solito rimangono in funzione ventiquattr’ore su ventiquattro e in moltissimi casi si trovano in palazzi storici.

Circa un quarto del patrimonio edilizio presente in Europa è stato costruito prima della metà del secolo scorso e in questo gruppo rientrano gli edifici storici. Se si pensa che l’Italia possiede il più grande patrimonio culturale a livello mondiale, che conta circa 140.000 edifici storici (pubblici e privati), oltre 3.000 musei, è facile farsi un’idea di quanto importante sia prevedere una riqualificazione energetica di musei e luoghi della cultura.

In base a quanto emerso dalle indagini dell’Osservatorio Innovazione Digitale nei Beni e Attività Culturali della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Trasformazione digitale, accessibilità e sostenibilità: ecco le sfide per la Cultura!”, gran parte delle istituzioni museali (83%) e dei teatri italiani dichiara di aver intrapreso almeno un’iniziativa in relazione alla sostenibilità ambientale.

Gli ambiti di intervento riguardano principalmente l’efficientamento energetico degli impianti, attuato dal 53% delle istituzioni, seguono il riuso e riciclo dei materiali (49%) e le attività di sensibilizzazione del personale sui comportamenti sostenibili (45%).

Abbattere le emissioni del settore permetterebbe di migliorare la sostenibilità dei siti culturali, riducendo considerevolmente i costi per la PA. Ovviamente non è così semplice: il retrofit energetico di un museo o di un palazzo antico richiede infatti interventi che non alterino il valore storico ed estetico dell’immobile.

villa panza

Come ridurre i consumi energetici e le emissioni di musei e luoghi della cultura?

È ampio il ventaglio di misure che i luoghi della cultura possono adottare per ridurre i consumi e i costi energetici e le emissioni: si va da interventi per rendere più efficiente l’illuminazione e la climatizzazione degli ambienti interni ed esterni, a soluzioni di autoproduzione, come l’installazione di impianti fotovoltaici.

I musei possono anche entrare a far parte di una comunità energetica. Si tratta di una soluzione che permetterebbe di produrre, scambiare e consumare energia pulita con gli altri membri pubblici o privati della comunità e che farebbe dei luoghi della cultura un traino per la valorizzazione del territorio, oltre che un esempio positivo di Pubblica amministrazione sostenibile ed efficiente.

Avendo a disposizione il patrimonio culturale più ampio a livello mondiale, l’Italia è fortemente impegnata nella riduzione delle emissioni del settore.

Il tema è così tanto sentito che il Piano nazionale di ripresa e resilienza dedica precisi interventi al miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei italiani. Per ridurre l’impatto ambientale di questi edifici, spesso obsoleti, il PNRR ha stanziato 300 milioni di euro. Fondi che sono stati destinati a 120 musei statali e siti culturali, dal Museo archeologico Nazionale di Matera alla Galleria Borghese di Roma.

Riduzione dei consumi energetici: le best practices

Esempi positivi su come ridurre i consumi energetici vengono soprattutto da edifici di nuova costruzione, come il MUSE, Museo delle Scienze di Trento che, da quando è stato inaugurato a luglio 2013 nell’area ex Michelin, ha conseguito la certificazione Leed Gold (“Leadership in Energy and Environmental Design”). Nel progettare il museo Renzo Piano ha fatto ricorso a tecniche costruttive e soluzioni energetiche che fanno propri i temi della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico ricorrendo a soluzioni di efficienza energetica dell’edifico, lampadine a LED, pannelli fotovoltaici, sonde geotermiche che creano un sistema di trigenerazione centralizzato per tutto il quartiere e a una cisterna per il recupero delle acque meteoriche che vengono utilizzate per l’irrigazione della serra, per alimentare gli acquari e lo specchio d’acqua che circonda l’edificio.

muse

Un altro esempio positivo viene da Roma che ospiterà il primo spazio museale al mondo prossimo al consumo zero. Si tratta del Museo Storico della Comunicazione, un imponente spazio espositivo di proprietà del Ministero delle Imprese e del Made in Italy dedicato al mondo delle telecomunicazioni. È qui che sorgerà il progetto "Museo hybrid" di Geo Florenti, artista e innovatore che nel museo romano propone una profonda rivisitazione dei sistemi energetici e illuminotecnici che, si stima, possano portare un abbattimento dei consumi energetici del 90%.

I casi Edison Next

Più difficile è intervenire sugli edifici storici che, oltre all’obiettivo della riduzione dei costi energetici ed emissivi, hanno anche l’esigenza di garantire la preservazione efficace dei beni e la loro valorizzazione.

Edison Next ha costruito partnership con eccellenze internazionali come il Fondo Ambiente Italiano e la Fondazione del Teatro alla Scala.

Il rapporto con il FAI è iniziato intervenendo sulla sede della Fondazione - la Cavallerizza a Milano - un luogo non facile da efficientare poiché al suo interno ospita l’archivio dell’emeroteca della Biblioteca Nazionale Braidense, che necessita di temperatura e livelli di umidità ottimali affinché ne sia garantita la conservazione nel tempo. Qui Edison Next ha realizzato una serie di interventi di smart audit, efficientamento termico, illuminazione e di monitoraggio dell’umidità e del clima che hanno consentito di ridurre di quasi il 30% i consumi di gas e del 60% quelli elettrici di illuminazione, portando a una riduzione complessiva di oltre 30 tonnellate all’anno di emissioni di CO2*.

villa vescovi

Gli interventi si sono poi estesi ad altri beni FAI in Lombardia, Piemonte e Veneto: Villa Necchi Campiglio (Milano), Villa dei Vescovi (Padova), Castello e Parco di Masino (Torino) e Villa e Collezione Panza (Varese).
Con il Fai Edison Next sta ora portando avanti il servizio Road To Zero che, partendo dal calcolo della carbon footprint, arriva a individuare un percorso di decarbonizzazione su tutto il perimetro dei beni protetti, creando valore per le comunità locali e per il territorio nazionale.

Edison Next ha poi realizzato interventi per il Teatro alla Scala nell’ambito della collaborazione storica tra Edison e la Fondazione del Teatro alla Scala, avviata nel 1883, quando Edison illuminò per la prima volta il Teatro con l’energia proveniente dalla centrale cittadina di Santa Radegonda.

Dal 2010 questa collaborazione ha permesso che l'energia della Prima fosse rinnovabile e compensasse le emissioni di CO2 per arrivare, negli anni, a una serie di interventi per migliorare l’efficienza del Teatro e delle sedi principali della Fondazione, che hanno consentito una riduzione dei consumi di energia elettrica superiore all’80% dei consumi per l’illuminazione e di evitare l’immissione in atmosfera di 85 tonnellate di CO2 all’anno*.

teatro

Nel 2021 la collaborazione con la Fondazione ha dato il via al progetto “Scala Green”, che promuove il percorso di sostenibilità energetica e di decarbonizzazione della Fondazione e che si traduce nello sviluppo di una diagnosi energetica utile a delineare le prossime iniziative di un progressivo piano di transizione energetica per ridurre i consumi energetici della Fondazione in tutte le sue sedi cittadine.

Si specifica che il totale delle emissioni evitate si esegue moltiplicando il risparmio elettrico per il fattore di conversione tipico del parco di generazione italiano, mentre per il gas si esegue moltiplicando il risparmio di gas per il fattore di emissione tipico del gas naturale.

 

*Metodologia calcolo risparmio CO2 su gas: fattore emissioni CO2 per m3 di gas 1,8 kg CO2/m3 gas; Metodologia calcolo risparmio CO2 su EE: fattore emissione di CO2 0,309 kg CO2/ kWh EE - riferimento ISPRA 2022

TOPIC / TAG

Efficienza energetica
Smart building

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