La biomassa legnosa è oggi ampiamente utilizzata come materiale per l’edilizia, la produzione di mobili e altri manufatti in legno, per la carta e gli imballaggi. Ma anche come fonte di energia, tanto che secondo i dati Eurostat è di gran lunga la principale fonte rinnovabile dell’Unione Europea, assorbendo oltre la metà del consumo finale lordo complessivo. Inoltre, secondo l’Union Bioenergy Sustainability Report della Commissione Europea tra il 2008 e il 2021 si è registrato in quasi tutti gli stati membri un aumento significativo dell’uso di biomassa solida, in particolare di quella legnosa, per produrre bioenergia.
Cosa si intende per biomassa legnosa: caratteristiche e vantaggi

Quando parliamo di biomasse legnose, intendiamo una fonte energetica derivante dallo sfruttamento di boschi e foreste. Ovviamente, per secoli le biomasse legnose sono state impiegate esclusivamente per riscaldare direttamente le abitazioni, un’opzione ancora oggi praticata in misura consistente, anche attraverso lo sviluppo di prodotti dedicati (pellet, cippato). Meno noto, però, è che le biomasse legnose possono essere impiegate su più larga scala come risorsa per alimentare il funzionamento di impianti energetici di medie e grandi dimensioni, capaci di produrre sia energia elettrica che calore: quest’ultimo può persino essere distribuito agli utenti finali di un determinato territorio ramite le reti di teleriscaldamento. Il principale vantaggio della biomassa legnosa è di essere una fonte rinnovabile: anche se la combustione della biomassa libera un certo quantitativo di CO2, tale quantità è già parte del ciclo del carbonio in quanto destinata ad essere poi riassorbita dalle piante. Dunque, le bioenergie sono a tutti gli effetti considerate una fonte carbon neutral dalle normative vigenti.
Non solo: le biomasse legnose possono assicurare un contributo elevato in termini di stabilità e affidabilità al sistema elettrico nazionale, dal momento che la disponibilità della materia prima può essere assicurata in maniera continuativa.
Inoltre l’uso di biomassa legnosa da filiera corta proveniente da scarti di produzione, dal recupero di sfalci di potatura e dalla manutenzione delle aree boschive, recuperando materiale boschivo che altrimenti verrebbe scartato, contribuisce alla creazione di una economia circolare.
Tipologie di biomasse: un'analisi delle specificità
Le biomasse legnose appartengono alla amplissima famiglia delle biomasse: questo termine, secondo la Direttiva 2009/28/CE del parlamento europeo e del consiglio del 23 aprile 2009, si riferisce alla «frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acquacoltura, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani». Sono, quindi, biomasse tutti quei prodotti provenienti da coltivazioni agricole e della forestazione, gli scarti biodegradabili dei prodotti agro-alimentari destinati all’alimentazione umana o alla zootecnia, tutti i prodotti organici derivanti dall’attività biologica degli animali e dell’uomo, come quelli contenuti nei rifiuti urbani, nelle deiezioni animali e negli scarti dell’industria alimentare.
Ovviamente le biomasse non hanno un utilizzo esclusivamente energetico: non a caso nel Green Deal europeo alla biomassa sono attribuiti diversi usi in relazione alla sicurezza alimentare ed energetica, alla conservazione della natura, alla riduzione dell’inquinamento nonché alla mitigazione dei cambiamenti climatici e all’adattamento a questi ultimi. Proprio i molteplici usi della biomassa rappresentano al contempo un limite e un punto di forza, dal momento che questa risorsa può essere contesa tra settori diversi.
Biomasse e transizione energetica: stato attuale e prospettive future
Come abbiamo già scritto in precedenza, l’energia da biomasse permette di utilizzare gli scarti della lavorazione del legno e di altri materiali di origine vegetale e animale, consentendo così di diminuire la dipendenza dai combustibili fossili. Tanto che a livello europeo può essere considerata come una vera e propria fonte di energia “continentale”, in quanto legata agli scarti della produzione e del consumo del Vecchio Continente. Inoltre, le biomasse sono valutate in maniera positiva dalla normativa europea in quanto ritenute capaci di generare nuovi posti di lavoro e sviluppo economico, specialmente nelle aree rurali. Secondo alcune stime dell’European Enviroment Agency la corsa dell’Unione Europea alla transizione energetica richiederà di raddoppiare e, potenzialmente, anche triplicare l'attuale stock di biomassa entro il 2050.
Progetti di teleriscaldamento e biomasse: un connubio vincente

Una tecnologia chiave per il moderno utilizzo delle biomasse a fini energetici è senza dubbio il teleriscaldamento: con questo termine si fa riferimento a una infrastruttura di trasporto dell'energia termica derivante da uno o più impianti di produzione verso una pluralità di edifici o siti di utilizzazione, così da garantire l’energia termica necessaria per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria. In altre parole, il teleriscaldamento porta direttamente a casa degli utenti (residenziali, pubblici, commerciali o industriali) il calore, recuperato da impianti presenti nel territorio che producono energia termica, coprendo così la domanda di riscaldamento e di acqua calda sanitaria. Nella maggioranza dei casi l’energia termica che alimenta il teleriscaldamento è generata a partire dallo sfruttamento di una fonte di energia fossile (quasi sempre il gas), rendendo comunque possibile un notevole aumento dell’efficienza energetica. Ma quando si utilizza una fonte rinnovabile come la biomassa legnosa si possono ottenere grandi benefici dal punto di vista della decarbonizzazione.
Come il teleriscaldamento valorizza le biomasse legnose
Quando si utilizza la biomassa legnosa a filiera corta (come cippato, pellet, legna vergine, residui forestali) come combustibile per alimentare un impianto di teleriscaldamento, si ottengono notevoli benefici energetici e ambientali. Inoltre, la creazione di una filiera locale “bosco-legno-energia”, valorizzando le risorse locali, genera ricadute positive dal punto di vista economico e occupazionale.
In linea di massima, gli impianti che si rifanno a questo modello sono caratterizzati da piccole taglie, con una potenza termica spesso inferiore ai sei MW. Ovviamente la dimensione degli impianti è correlata al contesto locale, alla domanda di calore specifica e alla disponibilità di biomassa legnosa preveniente dalla filiera corta. Il teleriscaldamento a biomassa a filiera corta è un esempio virtuoso di economia circolare: il cippato di legna utilizzato, infatti, deriva da scarti di produzione, dal recupero di sfalci di potatura e di resti di eventi alluvionali e dalla manutenzione delle aree boschive.
Il ruolo delle biomasse nei progetti di sostenibilità
L’impiego delle biomasse ha una stretta correlazione con la sostenibilità: questa fonte spesso deriva da residui agricoli, forestali o industriali, che sarebbero destinati a essere scartati. Il loro impiego energetico consente invece di valorizzare i rifiuti organici, riducendo l'impatto ambientale e i costi di smaltimento. Non solo: l’impiego delle biomasse da filiera corta promuove la cura dei boschi e delle aree rurali, favorendo l’introduzione di piani di taglio controllato e riforestazione. Questa peculiare caratteristica rende la biomassa legnosa una risorsa protagonista della green economy, che può contribuire a creare posti di lavoro in zone rurali e montane, contrastando la tendenza allo spopolamento.
Biomasse e transizione energetica: progresso e sfide attuali
Il ruolo della biomassa nel contesto energetico europeo è in forte ascesa. Secondo un recente report IEA, la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico finale era pari al 22%, di cui il 60% proveniente dalla biomassa. L'uso complessivo della bioenergia è cresciuto costantemente nell'ultimo decennio, passando da 4,9 exajoule (EJ) nel 2010 a oltre sei EJ nel 2022. Nel futuro l’aspettativa è di un’ulteriore crescita: i diversi piani nazionali per l’energia e il clima, prevedono un aumento continuo della domanda di bioenergia e di materiali a base biologica fino al 2050, in maniera da favorire la corsa della transizione energetica. La Commissione Europea prevede che la biomassa possa garantire circa 230-250 Mega Tonnellate equivalenti di petrolio (Mtep) di energia (equivalenti a 9,6-10,5 EJ) entro il 2050, in decisa crescita rispetto a oggi. Il problema per il futuro sarà soprattutto quello di reperire all’interno del Vecchio Continente un volume di biomassa capace di soddisfare la crescita della domanda, evitando così la dipendenza dalle importazioni estere.
L’importanza di un partner energetico qualificato
In un contesto caratterizzato dall’estrema volatilità dei prezzi dell’energia, nonché da un continuo impegno a favore della sostenibilità ambientale, l’impiego delle biomasse, tra cui quelle legnose, a scopi energetici può costituire un’importante opportunità sia per le comunità locali, che così possono valorizzare le risorse di cui dispongono sostenendo un virtuoso approccio circolare, sia per le industrie che intendono decarbonizzare i propri processi produttivi.
Disponendo di una piattaforma integrata di servizi, competenze e tecnologie, Edison NEXT è un partner altamente qualificato in grado affiancare enti locali e imprese nell’individuazione e messa a terra delle soluzioni più adeguate per traguardare gli obiettivi di decarbonizzazione, garantendo non solo la sostenibilità energetica e ambientale, ma anche quella economica e sociale.
TOPIC / TAG
Articoli Correlati