Contattaci
NEXT Journal
idrogeno verde
LONGFORM | PRODUZIONE, UTILIZZI, SFIDE

Idrogeno verde: è questo il futuro dell’energia?

Leggi il longform
chimico pharma
WHITE PAPER | TECNOLOGIE E SOLUZIONI

Guida alla decarbonizzazione del settore chimico-pharma

Scarica il white paper

CBAM ed ETS: impatto industriale e strategie di adattamento

L’integrazione tra i due sistemi a favore di sostenibilità e competitività

17 aprile 2025
CBAM ed ETS: impatto industriale e strategie di adattamento

CBAM ed ETS: impatto industriale e strategie di adattamento

L’integrazione tra i due sistemi a favore di sostenibilità e competitività

17 aprile 2025
CBAM ed ETS: impatto industriale e strategie di adattamento

CBAM ed ETS: impatto industriale e strategie di adattamento

L’integrazione tra i due sistemi a favore di sostenibilità e competitività

17 aprile 2025
CBAM ed ETS: impatto industriale e strategie di adattamento

Nel framework normativo europeo pensato per promuovere la transizione energetica e il passaggio verso un’economia a basse emissioni di CO2, un ruolo chiave è svolto dal meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (Carbon Border Adjustment Mechanism o CBAM) nella sua integrazione con i sistemi di scambio delle quote di emissioni (Emission Trading System o ETSETS1 e ETS2.

Il CBAM in particolare è un meccanismo UE che punta a definire un prezzo equo sulla CO2 emessa durante la produzione di beni che vengono importati in area UE. Si tratta di una norma che punta a ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GHG) e a stimolare una produzione industriale più pulita anche nei paesi extra-UE. Per raggiungere questi obiettivi sono state predisposte misure che mirano a ridurre il rischio di carbon leakage o “fuga di carbonio”, ovvero la delocalizzazione di produzioni ad alta intensità di carbonio verso Paesi con standard ambientali meno rigorosi, promuovendo una concorrenza leale tra i prodotti fabbricati nell’Unione Europea e quelli importati da Paesi terzi.

Ma come si intreccia il CBAM con i sistemi di scambio delle quote di emissioni? Cosa succederà quando tutto sarà a regime e quali strategie devono essere adottate per affrontare queste sfide, fondamentali per riuscire a coniugare decarbonizzazione e competitività? Opportunità e vantaggi della transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 sono stati al centro del webinar “Decarbonizzazione e competitività: le leve strategiche per una transizione che crea valore”, organizzato da Edison NEXT in collaborazione con Boston Consulting Group, Michelin Italiana e la testata editoriale ESG360.it - Nextwork360, trasmesso il 25/06/2025 e disponibile on-demand. Un talk per scoprire quali sono le leve tecnologiche, economiche (tra cui incentivi e politiche di sostegno) e di know-how su cui le aziende, tra cui le industrie energivore, possono investire per trasformare la transizione energetica in un motore di competitività.

webcast decarbonizzazione

CBAM: cos'è e come funziona il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere

Come sottolineato, il Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM) è una misura normativa adottata con il Regolamento (UE) 2023/956 che impone un prezzo sui prodotti importati nello spazio comunitario che riflette il quantitativo di emissioni di GHG incorporate, ovvero le emissioni dirette e quelle associate al consumo di energia elettrica nelle fasi di produzione dei beni importati. Un prezzo che sia paragonabile a quello sostenuto dai produttori europei nell'ambito del vigente sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS).

Concretamente il CBAM rappresenta una compensazione economica delle emissioni di CO2 prodotte al di fuori dell'UE e assicura che lo sforzo a cui tendono ETS1 ed ETS2 non venga vanificato da importazioni a basso costo provenienti da Paesi terzi, con l’obiettivo di impedire che le politiche climatiche compromettano la competitività delle industrie europee.

CBAM-box-1

Il sistema ETS prevede, ad oggi, la compensazione economica delle emissioni dirette di CO2 degli impianti industriali, oltre che degli operatori aerei e navali. Una parte delle quote di emissione, tuttavia, viene riconosciuta a titolo gratuito sulla base del settore di attività e della produzione industriale proprio per evitare i rischi di carbon leakage, ovvero di delocalizzazione industriale.

Nel corso dei prossimi anni, tuttavia, la componente gratuita è destinata a esaurirsi e il CBAM ha espressamente lo scopo di “difendere” il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Green Deal (riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, per arrivare alla neutralità climatica entro il 2050). Il tutto naturalmente alla luce degli interventi proposti dalla Commissione europea con il Clean Industrial Deal e con il Pacchetto Omnibus UE presentati lo scorso 26 febbraio 2025.

Il Clean Industrial Deal

Il Clean Industrial Deal, che punta a trasformare la decarbonizzazione industriale in un’opportunità di crescita economica, stimolando la domanda di prodotti realizzati in area UE con criteri di sostenibilità e resilienza, prevede una revisione del CBAM che punta a semplificare il meccanismo (entro il 2° semestre 2025, la Commissione presenterà un’analisi di revisione del CBAM).

Il pacchetto Omnibus UE

A sua volta il Pacchetto Omnibus UE punta a semplificare le normative sulla sostenibilità e ridurre gli oneri amministrativi per le imprese. Un obiettivo da raggiungere attraverso una riduzione degli obblighi di rendicontazione, esenzioni per piccoli importatori relativamente al CBAM, semplificazioni normative per le PMI, e un alleggerimento nella due diligence aziendale in termini di riduzione della frequenza nelle valutazioni di sostenibilità, che non sarà più annuale ma quinquennale.

CBAM: tempistica di implementazione e scadenze chiave

Il Regolamento pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE il 16 maggio 2023 consta di due fasi di implementazione:

  1. la fase “transitoria” che, sancita dall'entrata in vigore del Regolamento (1° ottobre 2023), terminerà il 31 dicembre 2025.
  • Questo periodo è concepito per acquisire dall’importatore di merci “inquinanti” informazioni – su base trimestrale - sulle quantità dei prodotti in entrata soggetti al CBAM, compresa la valutazione delle emissioni incorporate. Il primo rapporto, con dati riferiti al quarto trimestre 2023, è stato inviato entro fine gennaio 2024.
  • In questa fase le imprese interessate hanno iniziato a registrarsi presso l'autorità nazionale competente (per l’Italia si tratta del ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica), per ottenere l'autorizzazione in qualità di "dichiaranti autorizzati CBAM". Questa operazione interessa soltanto un numero ristretto di merci importate, la cui produzione è caratterizzata da un’alta intensità di carbonio: cemento, prodotti siderurgici, alluminio, fertilizzanti, energia elettrica e idrogeno.
     
  1. La fase “definitiva”, a partire dal 1° gennaio 2026, quando il meccanismo entrerà in funzione.
  • Gli operatori qualificati come "dichiaranti CBAM autorizzati" dovranno dichiarare ogni anno la quantità di merci soggette a CBAM importate nell’anno civile precedente e i dati delle emissioni di anidride carbonica incorporate. Queste imprese saranno tenute ad acquistare un numero di certificati CBAM corrispondenti alla quantità di emissioni incorporate dichiarate, il cui valore sarà fissato dall’UE in base al prezzo medio d’asta delle quote EU ETS (espresso in €/tonnellata).
  • In base a quanto previsto dal Regolamento, questi soggetti saranno tenuti a presentare una dichiarazione CBAM ogni anno. La prima, relativa alle merci importate nel 2026, dovrà essere presentata entro 2027.

Transizione ecologica: CBAM ed EU ETS a confronto

Operativo dal 2005, il sistema di scambio delle quote di emissione, Emission Trading System o ETS, è il meccanismo europeo volto a ridurre le emissioni di gas serra secondo il principio del cap and trade.

Come funziona il sistema di scambio delle quote di emissione

L'ETS stabilisce un limite massimo (capper la quantità totale di gas serra che può essere emessa dagli impianti e dagli operatori che rientrano nell'ambito di applicazione del sistema e che viene ridotto annualmente ai sensi della Legge europea sul Clima. In base a questo “tetto massimo”, si calcolano le quote di CO2 a disposizione delle imprese interessate che possono essere comprate e vendute all'asta (trade).

Una quota dà diritto a emettere una tonnellata di CO2 equivalente. Le aziende devono monitorare e comunicare le proprie emissioni su base annuale e restituire un numero di quote pari alle tonnellate di CO2 equivalenti emesse. Il mancato rispetto di tali requisiti si traduce in pesanti multe.

Le aziende ricevono una parte delle quote a titolo gratuito - principalmente destinate agli impianti industriali considerati a rischio significativo di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio - e possono anche scambiare tali quote sul mercato. Se un impianto o un operatore riduce le emissioni, l'azienda può vendere le eventuali quote gratuite in eccesso e/o conservarle per utilizzarle in futuro. Tutte queste operazioni sono registrate nel Registro dell'Unione.

CBAM-box-2

Nel caso, ad esempio, di una cartiera che riceve a titolo gratuito le quote di emissione sulla base della propria produzione di carta, a fronte della decisione di investire per procedere all’elettrificazione dei propri processi, alimentati ad energia rinnovabile, l’azienda potrebbe ottenere una rilevante riduzione delle emissioni a parità di produzione industriale e potrebbe “mettere all’asta” le quote gratuite in eccesso o comunque ridurre in modo significativo gli oneri legati all’ETS.

Oneri che costituiscono le entrate dell'EU ETS e che confluiscono nei bilanci nazionali degli Stati membri per sostenere investimenti in energie rinnovabili, miglioramenti dell'efficienza energetica e tecnologie a basse emissioni di gas serra. Inoltre, una parte di queste entrate supporta l'innovazione sostenibile e la transizione energetica dell'UE tramite il Fondo per l'innovazione e il Fondo per la modernizzazione.

Le differenze tra ETS1 e ETS2

L'ETS1 è il sistema con cui è iniziato il percorso per regolamentare e stimolare la decarbonizzazione dell'industria pesante e del settore energetico. Nell’ambito delle revisioni della Direttiva 2003/87/CE, con l’ETS2 si sono estesi il campo, la portata e l’efficacia di applicazione dell’EU ETS, includendo nuovi settori e quindi una fetta più ampia di emissioni che derivano dal trasporto su strada, dagli edifici residenziali e dalle piccole e medie imprese.

Operativo dal 2025, l’ETS2 impone ai soggetti regolamentati (nello specifico i fornitori di combustibili) l’obbligo di monitorare le emissioni di sostanze combustibili immesse in consumo e di comunicarle all’Autorità Nazionale Competente entro il 30 aprile di ogni anno. Nel primo anno, e dunque entro il 30 aprile 2025, queste imprese dovranno anche comunicare le emissioni del 2024 con una forma di monitoraggio semplificata rispetto a quella applicata a regime.

Di fatto l’ETS 2 prevede un monitoraggio delle emissioni associate ai combustibili e ai carburanti; un’autorizzazione per continuare a immettere in consumo combustibili nei settori regolamentati; una comunicazione all’Autorità Nazionale Competente delle emissioni monitorate nel corso dell’anno precedente entro il 30 aprile di ogni anno; l’avvio di un meccanismo di asta delle quote di emissione a partire dal 2027 (con possibile proroga al 2028) nel quale le aziende potranno acquistare le quote necessarie per coprire le loro emissioni di CO2 (e dove il prezzo delle quote sarà determinato dal mercato). Infine, entro il 31 maggio di ogni anno, le aziende dovranno restituire un numero di quote pari alle emissioni di GHG dell’anno precedente.

Cosa cambia con il CBAM

Il CBAM e i sistemi ETS si integrano e supportano vicendevolmente nel rafforzare l'architettura climatica dell'UE. L'ETS si basa sul principio del “chi inquina paga”: con un focus sulle emissioni prodotte all'interno del perimetro UE, impone alle aziende di pagare per le emissioni degli impianti stazionari o degli aerei o delle navi (nel caso dell’ETS1) e dei fornitori di combustibili (ETS2), generando al contempo entrate per finanziare la transizione verde.

Un cambiamento significativo per le industrie ad alta intensità energetica, che devono prepararsi a passare da un sistema che prevedeva una calmierazione dei prezzi in base a settori considerati a rischio di "delocalizzazione" con premialità che supportavano la transizione ecologica del sistema economico europeo, a un metodo di quantificazione dell'impronta carbonica che determina una tassazione all'ingresso del mercato europeo.

CBAM ed ETS, tra sfide e opportunità per le aziende europee

L'introduzione coordinata di CBAM, ETS1 e ETS2 avrà significative ripercussioni economiche e ambientali (da un lato virtuose e dall’altro problematiche se non ben gestite) sia all'interno dell'UE che a livello globale.

Potenziali benefici

La piena implementazione di queste disposizioni dovrebbe migliorare l'efficacia e la coerenza del sistema di controllo sulle emissioni, riducendo la disparità tra i prodotti fabbricati nell’UE e quelli importati e stimolare una maggiore armonizzazione delle politiche climatiche a livello mondiale, stabilendo un mercato più equo per i prodotti a basse emissioni.

Inoltre, dovrebbe incentivare l'adozione di tecnologie più pulite e pratiche sostenibili, come la crescente adozione di energie rinnovabili e la riduzione dell’impronta carbonica dei processi industriali, accelerando la transizione verso un'economia globale a basse emissioni di gas serra. Tutto ciò contribuirà a limitare l'aumento della temperatura globale, in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.

Principali criticità

L’entrata a regime del sistema CBAM-ETS pone al contempo una serie di criticità per le industrie, in particolare per i settori hard-to-abate. Tra i principali, figura l'aumento delle spese necessarie per adeguare i processi produttivi a standard ambientali più rigorosi.

A ciò si aggiunge la complessità nel reperire i dati dai fornitori extra UE, i quali potrebbero essere riluttanti a condividere informazioni riservate e strategiche e, non avendo familiarità con le normative europee, riscontrare ostacoli nel determinare le emissioni dirette e indirette associate alla produzione delle merci soggette al CBAM.

Per come configurato oggi, il CBAM potrebbe presentare elementi di criticità per le imprese europee che esportano al di fuori dei confini della UE i propri prodotti, il cui costo di produzione, in virtù del meccanismo ETS, potrebbe risultare maggiore rispetto a quello dei competitor dei Paesi terzi. L’intervento regolatorio della Commissione Europea, anche sulla spinta delle proposte di semplificazione che arrivano dalle associazioni di categoria o da rapporti indipendenti come quello redatto da Mario Draghi nel 2024, sarà fondamentale per correggere eventuali criticità previste dal meccanismo attuale.

In questo senso si era espresso lo stesso rapporto Draghi, sottolineando che l'efficacia del CBAM poteva essere compromessa dalla complessità progettuale, dalla frammentazione della sua attuazione a livello degli Stati membri e dalla difficoltà nel dare vita a una reale cooperazione internazionale. Sostanzialmente, il rilievo riguardava il fatto che il CBAM, per garantire una attuazione coerente e uniforme, deve disporre di dati in grado di tracciare le emissioni per una vasta gamma di prodotti lungo catene del valore articolate e complesse.

Nello stesso tempo però si evidenzia che il successo del CBAM e delle altre misure normative sarà cruciale per mantenere la competitività delle industrie energivore europee.

Quali strategie per coniugare decarbonizzazione e competitività

Viste le complessità tecnico-normative poste in essere dall’integrazione CBAM-ETS, è fondamentale per le aziende affidarsi a un operatore energetico integrato e altamente qualificato che sia in grado sia di offrire diagnosi e consulenza energetica a 360 gradi, dando assistenza per ottemperare agli obblighi di legge, sia di tracciare una roadmap per la transizione energetica con le tecnologie più efficaci da mettere in campo (da quelle più mature come il fotovoltaico a quelle più prospettiche come l’idrogeno verde), includendo soluzioni improntate ai virtuosi principi dell’economia circolare; oltre a progettare, realizzare e gestire gli interventi sostenendoli anche economicamente.

Decarbonizzazione e competitività aziendale vengono approfonditi nel white paper Road To Net Zero realizzato da Edison NEXT, una guida pratica per tutte le aziende che devono avviare un processo di transizione energetica. Partendo da un’analisi del contesto e da un approfondimento su normative e soluzioni tecnologiche, il white paper traccia una vera e propria una roadmap in sei step utile per intraprendere con successo il percorso verso il Net Zero.

CBAM-box-3

TOPIC / TAG

Net zero

Articoli Correlati