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PNRR per la transizione energetica per aziende e Industria

Novità e incentivi per i privati del PNRR per la transizione energetica

January 10, 2024
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PNRR per la transizione energetica per aziende e Industria

Novità e incentivi per i privati del PNRR per la transizione energetica

January 10, 2024
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PNRR per la transizione energetica per aziende e Industria

Novità e incentivi per i privati del PNRR per la transizione energetica

January 10, 2024
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Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un progetto molto complesso, nato come risposta dell’Unione Europea alle grandi difficoltà nelle quali si sono trovate società ed economie a seguito della pandemia da Covid 19.
Fin da subito ha avuto una dotazione finanziaria imponente (191, 5 miliardi), che però a fine novembre è stata rimodulata - ricomprendendo le integrazioni del REPowerEU - arrivando agli attuali 194,4 miliardi, per coprire 66 riforme e 150 investimenti.

Le modifiche, proposte dal governo italiano e approvate dalla Commissione Europea, sono dovute all’esigenza di adeguare lo stato di fatto a “circostanze oggettive”(come l’inflazione più alta che ha gonfiato i prezzi o il conflitto in Ucraina che ha creato problemi ad alcune linee produttive) che impedivano o rallentavano il raggiungimento degli obiettivi fissati nel 2021. Per questo è stata rivista la destinazione di 21,4 miliardi di euro, individuando 145 nuove misure e sfilandone una ventina, che saranno finanziate con altri fondi.

Tra le novità, in tema energetico è stato inserito un nuovo pacchetto di finanziamenti dedicato alla transizione energetica e alla realizzazione degli obiettivi del Piano REPowerEU di rendere l’Europa indipendente dai combustibili fossili russi entro il 2030. Ma già prima di queste modifiche, ai temi della transizione energetica e della decarbonizzazione, il PNRR dedicava ampio spazio.

net zero

Le ultime novità del PNNR per la transizione energetica

Le novità approvate dall’UE legate al pacchetto energia prevedono misure volte all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e privato, crediti di imposta per l’autoconsumo da fonti rinnovabili, Transizione 5.0 green e riforme particolarmente attese quali l’adozione di un Testo Unico per le autorizzazioni degli impianti rinnovabili o la riforma dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (SAD) Si segnala anche il taglio ai sussidi dannosi per l’ambiente, che valgono circa 22 miliardi di euro l’anno. Il loro taglio sarebbe una novità assoluta: l’accordo con la UE prevede una riduzione di 2 miliardi entro il 2026 e di altri 3,5 miliardi entro il 2030.

Rivoluzione Verde

Il PNRR è diviso in 6 macroaree definite Missioni e contiene diverse linee di investimento legate al settore energetico interessanti per aziende e per l’Industria.

La Missione 2 in particolare è dedicata alla “Transizione Verde”: è quella in cui il MASE svolge la maggior parte delle attività che puntano a contrastare i cambiamenti climatici, ottimizzare i consumi e colmare lacune strutturali che ostacolano il raggiungimento di un migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse. Il tutto col fine di raggiungere, da parte dell’Italia, il Net Zero, l’azzeramento delle emissioni di carbonio entro il 2050.
Qui si individuano linee di investimento in materia di biometano, comunità energetiche, idrogeno, teleriscaldamento ed economia circolare.
Come tutte le Missioni del PNRR, anche questa è suddivisa in varie “sotto-missioni”.
In particolare, è la “sotto-missione” M2C2 - Transizione energetica e mobilità sostenibile - quella che contiene spunti interessanti per il settore privato. Qui i fondi stanziati ammontano a ben 23,78 miliardi di euro per finanziare il rinnovamento delle flotte di bus, treni, sviluppare infrastrutture di ricarica ed intervenire sull’intera filiera tecnologica inerente filiera alla mobilità in Italia.

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Agro-voltaico

Un settore che è pronto ad accogliere fondi è quello dell’agro-voltaico, che combina la tutela della produzione agricola con l’esigenza di investimenti in energia solare. Qui il PNRR - attraverso il Decreto MASAF del 19 aprile us - destina 1,10 miliardi con l’obiettivo di ridurre i costi di approvvigionamento energetico del settore (che oggi superano il 20 per cento dei costi aziendali) e migliorare le prestazioni climatiche e ambientali, con una diminuzione potenziale di quasi 1 milione di tonnellate di CO2.
A essere sostenuti sono impianti agro-voltaici di piccole, medie e grandi dimensioni attraverso l'implementazione di sistemi ibridi “agricoltura-produzione di energia” che non compromettono l'utilizzo dei terreni dedicati all'agricoltura. L’accesso alle risorse europee è subordinato al rispetto di una serie di vincoli e criteri, tra cui: monitoraggio delle attività relative alle coltivazioni ed all’attività pastorizia sottostante gli impianti, valutazioni sugli effetti sul microclima, risparmio idrico, recupero della fertilità del suolo e resilienza ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è quello di installare nel prossimo quinquennio impianti agrovoltaici per circa 1 GW di potenza con una produzione di 1.300 GWh annui.

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L’importanza del biometano


La Missione 2 del PNRR dà grande importanza anche al biometano, vettore simbolo dell’economia circolare, visto che trasforma gli scarti in energia e vero elemento di transizione energetica. L’investimento previsto dal PNRR al fine di aumentare di 2,5 - 2,5 miliardi di metri cubi la produzione di biometano è di 1,92 miliardi di euro. Possono beneficiare degli incentivi previsti dal D.M. 15 settembre 2022 gli impianti di produzione di biometano di nuova realizzazione, agricoli o a rifiuti, e gli interventi di riconversione a biometano (totale o parziale) di impianti agricoli esistenti di produzione di elettricità alimentati da biogas.
La produzione di biometano è utilizzabile per l'industria, i trasporti ed il riscaldamento. A essere finanziata è anche la sostituzione di almeno 300 trattori datati con veicoli alimentati a metano/biometano e dotati di attrezzature per l'agricoltura moderna.
Nel settore industriale il biometano potrebbe trovare una possibile applicazione per alimentare i sistemi di cogenerazione. In tal senso, sarà importante valutarne lo sviluppo (ad oggi in Italia si contano solo poche decine di impianti) sia in termini di disponibilità fisica che di costi ad esso associati. L’introduzione di garanzie di origine ed utilizzo in ambito ETS sono ulteriori elementi da attenzionare in materia.

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Idrogeno e Hydrogen Valleys

Capitolo particolarmente interessante per l’Industria è quello dell’Idrogeno, quale vettore chiave per la decarbonizzazione e il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica al 2050. I fondi stanziati dalla Missione 2 del PNRR ammontano ad oltre 3,5 miliardi di euro e puntano a promuovere, in ottica di filiera, la produzione, la distribuzione e l’utilizzo dell’idrogeno che, oltre a non produrre emissioni di CO2 ma solo vapore acqueo, può essere anche un vettore energetico in grado di immagazzinare/trasportare l’energia non programmabile prodotta dalle fonti rinnovabili (di solito è legato a impianti fotovoltaici). Questa voce della sotto-missione M2C2 è focalizzata sulla ricerca di frontiera e sulla produzione e l’uso dell’Idrogeno nell’industria e nel trasporto: in quest’ottica viene particolarmente spinta la produzione del gas verde in siti industriali dismessi (si parla di Hydrogen Valleys).
È prevista anche la creazione di circa 40 stazioni di rifornimento per veicoli, da collocare lungo autostrade, vicino ai porti e in prossimità dei terminal logistici (il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha da poco pubblicato la graduatoria dei 36 progetti ammessi e sostenuti con un costo totale di oltre 103 milioni di euro, pari a circa il 40% dei 230 milioni di euro complessivamente stanziati per l’attuazione della misura nel periodo 2021–2026). Tornando alle Hydrogen Valleys che il PNRR punta a realizzare, si tratta di 10 iniziative in aree industriali la cui economia dovrebbe in parte essere basata sullo stesso idrogeno, promuovendo a livello locale la produzione e l'uso nell'industria e nei trasporti. I fondi stanziati sono pari a 500 milioni di euro. Per contenerne i costi verranno utilizzate aree industriali dismesse già collegate alla rete elettrica: qui verranno installati elettrolizzatori per la produzione di idrogeno verde alimentati con energia rinnovabile che può essere prodotta da impianti green field o dall’eccedenza di impianti brown field già in esercizio.
Le produzioni energivore, come le industrie della carta, del vetro e della ceramica, potrebbero avere significativi vantaggi dalla progressiva sostituzione del metano con l’idrogeno.

PNRR grafico

Le Comunità Energetiche Rinnovabili

Le comunità energetiche sono configurazioni di utenti che collaborano per produrre, consumare e gestire energia rinnovabile prodotta in impianti locali. I soggetti di queste comunità possono essere di varie tipologie: persone fisiche, PMI, amministrazioni comunali ed attività commerciali con il comune obiettivo di produrre e consumare energia rinnovabile in una logica di autoconsumo.
I produttori-consumatori (prosumer) potrebbero essere, secondo l’ENEA, 264 milioni al 2050 e potrebbero produrre fino al 45% dell’elettricità rinnovabile dell'intera UE.
Le risorse rese disponibili dal PNRR sono di 2,2 miliardi di euro a favore dei Comuni con meno di 5.000 abitanti, con l’obiettivo di installare circa 2.000 MW di nuova capacità rinnovabile, con una produzione di circa 2.500 GWh annui ed una riduzione delle emissioni di 1,5 milioni di tonnellate.
Oltre i fondi PNRR destinati agli Enti Locali, si ricorda tuttavia che tali configurazioni sono anche oggetto di incentivazione. Le imprese e le PMI rientrano tra i soggetti beneficiari degli incentivi. La vera sfida sarà governare la creazione di queste nuove configurazioni di autoconsumo, per abilitare le quali il ruolo delle ESCo appare essenziale.

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Piano Transizione 4.0

Da ultimo, benché rientranti nella Missione 1 dedicata alla digitalizzazione, innovazione e competitività, risultano decisamente interessanti per le imprese anche i fondi (oltre 17 mi-liardi di euro) che il PNRR destina a quello che viene chiamato Piano Transizione 4.0.
ll Piano costituisce un’evoluzione del precedente programma Industria 4.0, introdotto nel 2017, rispetto al quale è caratterizzato da tre principali differenze:

  • L’ampliamento (già in essere a partire dal 2020) dell’ambito di imprese potenzialmente beneficiarie grazie alla sostituzione dell’iper-ammortamento (che per sua natura costituisce un beneficio per le sole imprese con base imponibile positiva) con appositi crediti fiscali di entità variabile a seconda dell’ammontare dell’investimento, ma comunque compensabili con altri debiti fiscali e contributivi;
  • Il riconoscimento del credito non più su un orizzonte annuale, osservando gli investimenti effettuati in tutto il biennio 2021-2022 (dando così alle imprese un quadro più stabile per la programmazione dei propri investimenti);
  • L’estensione degli investimenti immateriali agevolabili e l’aumento delle percentuali di credito e dell’ammontare massimo di investimenti incentivati.

Nel dettaglio la misura consiste nel riconoscimento di tre tipologie di crediti di imposta alle imprese che investono in:

a) beni capitali;
b) ricerca, sviluppo e innovazione;
c) attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.

Come avere l’accesso ai fondi del PNRR per la transizione ecologica

Per partecipare ai bandi che regolano l’accesso ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sono state individuate modalità differenti in funzione delle varie linee di investimento. Maggiori informazioni possono essere reperite sul sito ufficiale PNRR www.italiadomani.gov.it.
Come detto, il PNRR è uno strumento complesso. Per tale ragione, società terze, come quelle di consulenza e gli stessi provider energetici, sono in grado di assistere enti e imprese nella gestione delle domande e dei bandi di accesso ai fondi. Il consiglio è di affidarsi a partner solidi, affidabili e con una visione di lungo periodo che siano in grado di accompagnare il cliente nel suo percorso sia dal punto di vista normativo, sia avendo uno sguardo sulle nuove tecnologie che verranno messe in campo.

Con il contributo di

totaro
Alessandro Totaro
Responsabile Market Regulation Edison Next

Laureato in giurisprudenza presso l’Università Statale di Milano, consegue nel 2009 un master in economia e management dell’ambiente e dell’energia presso l’Università Bocconi. Inizia il suo percorso professionale in ambito confindustriale, dapprima occupandosi di normative regionali in ambito energetico e poi in qualità di responsabile del settore eolico ed affari regionali all’interno di Elettricità Futura. Nel 2018 approda in innogy, primario operatore energetico internazionale, in qualità di responsabile regolatorio ed affari istituzionali. Dal 2020 è responsabile market regulation in Edison Next (già Fenice).

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