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Teleriscaldamento, come funziona? Tutte le tecnologie per il 2024

Impianti di nuova generazione che valorizzano risorse locali

February 22, 2024
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Impianti e reti di teleriscaldamento permettono di fornire calore e acqua calda in modo sicuro, efficiente e sostenibile, offrendo benefici per l’ambiente attraverso l’aumento dell’efficienza energetica e la transizione verso un’energia più sostenibile.  

Per capire come e quali vantaggi comporta il teleriscaldamento (TLR) o District Heating cerchiamo prima di capirne il funzionamento. 

Cos’è il teleriscaldamento 

teleriscaldamento

La definizione di teleriscaldamento è contenuta nel decreto legislativo 102/2014 che ha attuato in Italia la direttiva europea 2012/27, meglio nota come direttiva efficienza energetica. 

Il testo normativo definisce la rete di teleriscaldamento e teleraffrescamento una “infrastruttura di trasporto dell’energia termica da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti di utilizzazione, realizzata prevalentemente su suolo pubblico, finalizzata a consentire a chiunque interessato [...]  di collegarsi alla medesima per l’approvvigionamento di energia termica per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la copertura del fabbisogno di acqua calda sanitaria”.

Si tratta quindi di un impianto che, tramite tubi che trasportano acqua calda, permette di distribuire sul territorio una fonte di calore a una pluralità di consumatori. Soprattutto nelle reti di teleriscaldamento di ultima generazione, le fonti di calore sono rappresentate da risorse locali che altrimenti verrebbero disperse, cioè sprecate. e che, così, invece, vengono valorizzate.

Come funziona, perché è una tecnologia sostenibile

Un impianto di teleriscaldamento genera calore a partire da una centrale di produzione, generalmente collocata lontano dalle aree urbane, trasportando il calore sotto forma di acqua calda, surriscaldata o vapore. Per la precisione, può trattarsi di una o più centrali di produzione di energia o da fonti rese disponibili sul territorio. 

Oltre agli impianti di generazione di calore, un impianto di teleriscaldamento è costituito dalla rete di distribuzione vera e propria, costituita da tubi sotterranei, e da sottostazioni collocate presso le utenze, il cui componente principale è lo scambiatore di calore

La rete di tubazioni primaria incrocia quella secondaria degli utenti, e a quel punto avviene lo scambio di calore, che si realizza grazie agli scambiatori installati negli edifici. Il calore che ne risulta può essere utilizzato sia per produrre acqua calda sanitaria, che per il riscaldamento degli ambienti.  

Quando il fluido perde il proprio calore torna indietro, verso la centrale da cui è partito per essere nuovamente riscaldato e distribuito. 

Le reti di teleriscaldamento sono alimentate dal calore recuperato da centrali termolettriche, termovalorizzatori, gas naturale usato nei generatori di calore.  

Ma quelle di ultima generazione hanno una connotazione green perché il calore può essere prodotto da impianti alimentati da fonti rinnovabili o di recupero, vale a dire da fonti di calore che altrimenti andrebbero disperse nell’ambiente, come scarti industriali (cioè le sostanze che rimangono al termine della produzione industriale), bioenergie, biomasse, solare e geotermia. 

Per questo il teleriscaldamento rappresenta un’importante misura di ottimizzazione energetica del sistema e svolge un ruolo significativo nel percorso di decarbonizzazione e riduzione dell’uso di combustibili fossili del settore termico. 

teleriscaldamento

Quanto è diffuso il teleriscaldamento? 

Nonostante il ruolo importante ricoperto da questa tecnologia nella transizione energetica, il potenziale del teleriscaldamento rimane ancora poco sfruttato in Italia.  

Secondo lo studio “Valutazione del potenziale di diffusione del teleriscaldamento efficiente sul territorio nazionale - Rapporto 2023: Focus su sistemi di nuova generazione con fonti di calore di scarto e rinnovabile”, condotto dal Politecnico di Milano con la collaborazione di Elemens per conto di AIRU, l’Associazione Italiana Riscaldamento Urbano, nel 2021 il teleriscaldamento copriva circa il 2,3% del fabbisogno nazionale di domanda per il riscaldamento.  

Sempre stando ai dati forniti dall’annuario statistico AIRU, al 31 dicembre 2021 in Italia erano presenti sistemi di teleriscaldamento in più di 200 centri urbani, per un totale di oltre 400 reti sparse sul nostro territorio. 

Le reti di teleriscaldamento si trovano soprattutto nel Nord Italia (in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige e Veneto). 

Allargando la lente a livello europeo, notiamo come il potenziale del teleriscaldamento sia più sfruttato. Secondo il Market Outlook 2023 di Euroheat & Power, il teleriscaldamento copre circa il 12% del consumo energetico finale per il riscaldamento degli ambienti e dell’acqua per i settori domestico, dei servizi e dell’industria.  

L'indagine rivela che nel 2021 il 43% degli impianti di teleriscaldamento in Europa è alimentato da fonti rinnovabili e calore di scarto, mostrando la capacità di tale tecnologia di rafforzare l'indipendenza energetica dell'Europa e diminuire le emissioni di CO2. 

I vantaggi di un impianto di teleriscaldamento e le tecnologie per il 2024

Alla luce delle sue caratteristiche e vista la capacità dell’infrastruttura di distribuzione e trasporto del calore di essere alimentata da più fonti, anche contemporaneamente, oltre a rendere più sostenibile ed efficiente il sistema energetico, il teleriscaldamento può garantire maggiore flessibilità e sicurezza energetica, riducendo la dipendenza dai combustibili fossili. 

Il teleriscaldamento può rappresentare inoltre un importante veicolo di diffusione su larga scala di energie rinnovabili e calore di scarto. Come mostrato ancora dallo studio condotto dal Politecnico di Milano, in Italia gran parte del calore prodotto dai sistemi di generazione proviene da cogenerazione e da fonti rinnovabili, più nello specifico da bioenergie, come la biomassa, ma anche geotermia, pompe di calore, recuperi da processi industriali e solare termico. 

In uno scenario energetico in continua trasformazione e sempre più orientato all’ottimizzazione energetica e all’integrazione delle energie rinnovabili, soluzioni tecnologiche flessibili come il teleriscaldamento e il teleraffrescamento possono giocare un ruolo di primo piano, soprattutto se associate a tecnologie digitali all’avanguardia. 

teleriscaldamento

Il binomio digital-green, infatti, si realizza perfettamente anche nel caso del teleriscaldamento che, grazie all’implementazione di strumenti digitali avanzati può migliorare i propri livelli di sicurezza ed efficacia.

Sensori di ultima generazione e intelligenza artificiale, ad esempio, possono contribuire a migliorare il monitoraggio degli impianti di teleriscaldamento, non solo ottimizzando la gestione della rete in tempo reale, ma anche rendendo tale gestione automatizzata. Inoltre, le tecnologie avanzate permettono di ridurre i costi operativi e migliorare i livelli di efficientamento del sistema.  

Trattandosi inoltre di una tecnologia diffusa sul territorio, il teleriscaldamento è in grado di offrire benefici alla comunità e al territorio permettendo di predisporre un’infrastruttura idonea al potenziamento di servizi per rendere gli spazi pubblici più smart e sicuri, ad esempio tramite impianti semaforici e cartellonistica intelligente o l’estensione più capillare dell’illuminazione pubblica. 

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